Un incrocio di cose in cui ti trovi in mezzo,
un accavallarsi di eventi che passa col rosso,
il rosso di una luna tonda come una goccia in caduta libera,
nel solstizio trovo l'incudine su cui appoggiare la testa
nelle mani la forza che la schiaccia.
I colpo sono sordi, ravvicinati, dei fischi e dei tonfi,
armato comunque non rispondo, non è la forza ne il dolore, ma la ragione,
l'enfasi non segue schemi logici perfettamente costruiti e non si può parlare della sua correttezza tramite quelli.
Ma siamo in due nel solstizio immersi
incudine rossastra e palmi pallidi storditi dall'alcool
fanno più male le urla e le lacrime di quella presa alla gola che mi vuole protagonista.
Non mi va di essere causa e effetto, l'anello che gira sul dito del carnefice
il circolo vizioso del malessere che a ogni passaggio su se stesso raddoppia il male, non mi va di essere il tuo problema, voglio essere la tua ragione in una pianura senza alberi che riparano dall'afa, e possiamo respirare solo nel solstizio con la luna tonda in cielo e la pelle alzata dalla notte e dall'emozione.
Ma siamo in due nel solstizio immersi
incudine rossastra e palmi pallidi storditi dall'alcool
fanno più male le urla e le lacrime di quella presa alla gola che mi vuole protagonista.
un accavallarsi di eventi che passa col rosso,
il rosso di una luna tonda come una goccia in caduta libera,
nel solstizio trovo l'incudine su cui appoggiare la testa
nelle mani la forza che la schiaccia.
I colpo sono sordi, ravvicinati, dei fischi e dei tonfi,
armato comunque non rispondo, non è la forza ne il dolore, ma la ragione,
l'enfasi non segue schemi logici perfettamente costruiti e non si può parlare della sua correttezza tramite quelli.
Ma siamo in due nel solstizio immersi
incudine rossastra e palmi pallidi storditi dall'alcool
fanno più male le urla e le lacrime di quella presa alla gola che mi vuole protagonista.
Non mi va di essere causa e effetto, l'anello che gira sul dito del carnefice
il circolo vizioso del malessere che a ogni passaggio su se stesso raddoppia il male, non mi va di essere il tuo problema, voglio essere la tua ragione in una pianura senza alberi che riparano dall'afa, e possiamo respirare solo nel solstizio con la luna tonda in cielo e la pelle alzata dalla notte e dall'emozione.
Ma siamo in due nel solstizio immersi
incudine rossastra e palmi pallidi storditi dall'alcool
fanno più male le urla e le lacrime di quella presa alla gola che mi vuole protagonista.
Che paura quando di nuovo un tetto nasconderà la luna e nulla ci riparerà in quella pianura.
Nessun commento:
Posta un commento